ABRAZARE
“Començamo lo libro segondo l’ordinamento del mio signore marchese e façemo che non gli manchi niente in l’arte che io mi rendo conto che lo mio signore mi farà bon merito per la sua grande nobiltà e cortesia.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Il Magistro Fiore dei Liberi, una volta giunto alla conclusione del prologo di apertura del suo manoscritto, mostra l’Arte dell’Armizare partendo giustamente dal combattimento corpo a corpo che prende il nome di Abrazare; un sistema di lotta a mani nude che pare essere stato il naturale ed inevitabile mescolamento di quelle forme di combattimento presenti nella penisola italica e che sono entrate a contatto tra loro in modo sanguinoso nei secoli dando vita ad un sistema di combattimento a cui spetta al Maestro d’arme friulano il merito di aver messo nero su bianco la prima codifica scritta a noi giunta.
Perciò, fondamento cardine della sua arte cavalleresca del combattimento consiste nella pratica “sine armis”, cioè lo studio della lotta senza armi in cui il corpo e gli arti venivano utilizzati come sostituti naturali della armi stesse e grazie ai quali era possibile respingere attacchi sia a mani nude e sia armati portati da un ipotetico aggressore nel tentativo di porre fine il prima possibile allo scontro.
Per fare questo, prima di esporre la lunga sequenza di tecniche incentrate sull’Abrazare, il Magistro Fiore dei Liberi ci anticipa le otto abilità necessarie per diventare esperti nella lotta corpo a corpo.
“Anchora digo che l’abraçare vole avere viii chose çoè forteça presteça savere çoè saver prese avantiçade, savere far roture çoè romper braçi e gambe, saver ligadure çoè ligar braçi per modo che l’homo non habia più defesa nè se possa partire in sua libertà, saver ferire in luogo più periculoso. Anchora saver mettere uno in terra sença periculo di si instesso. Anchora saver dislogar braçi e gambi per diversi modi. Le quale tutte chose scrivirò e porò depinte in questo libro de grado in grado chome vole l’arte.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
In sintesi, le abilità richieste sono legate alla capacità di eseguire rotture articolari, intrappolare braccia e gambe, saper ferire e procurare lesioni nei punti più pericolosi del corpo; così come riuscire nel buttare a terra l’avversario sbilanciandolo o proiettandolo rovinosamente senza però essere coinvolti a propria volta nella caduta, con il rischio di rendere vana la situazione di vantaggio appena creata.
Ovviamente solo la conoscenza teorica non è sufficiente: è necessario saper fare tutto questo con grande rapidità sia nel lavoro di gambe sia di braccia, riuscendo ad intercambiare in modo fluido da una guardia all’altra così come da una tecnica all’altra, a seconda della situazione o del differente tipo di forza antagonista e movimento avverso a cui bisogna opporsi.
Ovviamente anche il contesto ha la sua parte nel sistema di lotta esposto da Fiore dei Liberi. E’ possibile applicarlo in un contesto per nulla convenzionale, quasi a dire “da strada”, oppure in un ambiente codificato e con regole precise, dove le azioni più pericolose sono proibite e la vittoria la si ottiene principalmente sottomettendo l’avversario.
“Començemo a lo abraçare lo quale si è di doe rasone çoè da solaço e da ira çoè per la vita cum ogni ingano e falsità e crudelità che si pò fare. E di quello che si fa per la vita voglio parlare e mostrare per rasone e maximamente a guadagnar le prese chom’è usança quando si combatte per la vita.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Come ci descrive il Magistro Fiore dei Liberi, la lotta a mani nude può essere fatta come pratica ludica sebbene il suo carattere e le sue finalità (come mostrato nelle tecniche presenti nel manoscritto) siano principalmente rivolte alla difesa personale ed alla conservazione della propria vita.
Per difendere la propria persona da una situazione di combattimento a mani nude, arrecando il maggior danno col minimo sforzo, è necessario conoscere le quattro guardie mostrate nel Fior di Battaglia, poiché è proprio dalla loro relazione che nasce un sistema estremamente pratico sia per il combattimento ludico sia per la difesa personale.
Per prima cosa le guardie esposte nel Fior di Battaglia non sono solamente posizioni di guardia per lottare ma dei veri e propri atteggiamenti di relazione utili a gestire una situazione di crisi e di pericolo percepito, mantenendo allo stesso tempo un “basso profilo” e la capacità d’intercettare e chiudere efficacemente attacchi sia di pugno sia prese di lotta.
“E lli primi quatro magistri che vederiti cum le corone in testa per quegli si mostra le guardie del abraçare çoè posta longa e dente di cengiaro le quali fanno una in contra l’altra e poy fano porta di ferro e posta frontale l’una in contra l’altra. E queste iiii guardie pon fare tutte chose che denanci sono ditte del abraçare in arme e senç’arme çoè prese e ligadure e roture e como bisogna fare per modo che le guardie sen cognosca delli magistri zugadori e lli scolari da’ zugadori e lli zugadori de’ magistri e lo remedio del contrario ben che sempre lo contrario è posto dredo al remedio e talvolta lo remedio dredo o dredo tutti li soy zogi e di questo faremo chiareça.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Per fare ciò, tutte le guardie esposte nel manoscritto non sono unicamente indirizzate ad arrestare il colpo avverso, ma anche finalizzate a penetrare nelle sue difese per ferirlo. Si tratta di un sistema utile per intercettare o chiudere le linee d’ingaggio in modo da frapporre degli ostacoli prima che l’avversario riesca ad arrivare a bersaglio.
Perciò, una volta intercettate le linee di offesa dell’avversario, è possibile compiere numerose azioni come imprigionare e intrappolare le braccia; applicare una leva per ottenere una rottura alle articolazioni; percuotere con forza grazie a colpi portati con le mani, i gomiti, le ginocchia ed i piedi; ledere con pressioni e strizzate alle parti molli del corpo come gli occhi, le orecchie, o i genitali dell’avversario; lanciare violentemente a terra con sgambetti o proiezioni prima o dopo averlo colpito.
La finalità di questo sistema così complesso nasce dalla necessità di sapersi difendere in ogni occasione, tanto con le armi contro le armi, così come a mani nude contro le armi e contro le mani nude stesse. Il mezzo è apprendere ad usare il corpo come un’arma, su cui poi aggiungere il ferro di una spada o l’estremità acuminata di una lancia.